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Intestazione destra

Il tempo presente e il suo lato oscuro

6 Luglio 2016 di Laura Campanello

Goditi la vita, qui e ora! Un invito importante che ci arriva da molte filosofie e tradizioni di saggezza, tra occidente e oriente. Vivere fino in fondo questo invito porta a guardare la vita nella sua interezza, non solo a goderla nei lati meravigliosi, ma anche a cercare di accettarne i lati più scuri, meno facili da guardare, che sono però proprio quelli che danno luce e vitalità al tempo presente, quello che ci vogliamo godere.

Abbiamo due vite: la seconda inizia
quando ci accorgiamo di averne una sola
Confucio

Ieri ho visto una ragazza che aveva tatuato sul piede “la vita è qui e ora”. wow!
Frase filosofica per eccellenza, che racchiude saggezze di secoli e culture di ogni dove. Tatuaggio che richiama il carpe diem di Orazio, l’hic et nunc citato da molti, importante anche per la filosofia zen e tutte quelle che ci vengono in mente. Molte pseudo ricette per la felicità passano da questo concetto fondamentale.

Concetto tanto semplice quanto difficile però: difficile perché dirci che la vita è qui e ora significa affermare e accettare che il tempo che abbiamo davvero a disposizione è solo il presente. Il passato… è andato! Il futuro… non è certo e garantito. Questa idea ci piace meno!
Godere l’attimo pensando a godere…. Ci piace!
Godere l’attimo pensando che è bene farlo perché l’attimo dopo non è certa la mia esistenza…. suona brutto e pesante!

Però già i filosofi antichi, che praticavano molti esercizi per imparare a vivere – e Seneca direbbe “per imparare, e questo ti stupirà di più, anche a morire” – praticavano l’esercizio della morte che chiamavano proprio anche col nome di esercizio del tempo presente.

Insomma… come sempre le cose dipendono molto da come ce le raccontiamo!

Ogni lato chiaro della luna ha la sua ombra, il suo lato oscuro… così come spesso, e diciamocelo, i lati bui hanno – se cercati – il loro lato luminoso.

Quindi ha ragione il filosofo Umberto Curi a dire che ignorare la morte, cosa molto praticata dall’uomo attuale e da qualche decennio abbondante, è come prendere un Pharmakon, cioè qualcosa che è rimedio ma nello stesso tempo veleno. È un rimedio, perché guardare fissa la morte o guardarla spesso ci ammorberebbe, ci paralizzerebbe, ci renderebbe troppo cupa la vita, forse. Ma, e c’è sempre un ma, non guardarla mai ci fa dimenticare che il tempo vivo, vitale, importante,  è il presente. E di questo ci rendiamo conto davvero solo alla luce del fatto che la vita non è infinita.

Nei detti popolari troviamo spesso verità importanti: “non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”. Vero è che l’hanno sempre usato i genitori per farci fare i compiti o i nostri doveri, ma in fondo ha dentro anche questa grande verità filosofica: oggi ci sono, qui e ora. Domani… non si sa.
E qui, lo so, scatta il gesto scaramantico, lo sbuffo, il “che p…, ci risiamo” ! ma di qui si passa, la vita prende luce tanto più se si tiene in conto il lato che ci piace meno vedere, ma che le dà valore. Lo scrisse anche Borges negli Immortali.

Anche perché, diciamocelo: secondo voi perché quasi nessuno arriva alla fine della vita con un testamento – anche solo olografo, di quelli che tieni nel comodino e non serve il notaio – o una lettera per i propri cari, così che in caso di morte (ops! L’ho detta…) le cose che per noi contano siano già a posto, almeno un po’?
Perché aspettiamo sempre un tempo futuro per farlo, che non è detto che avremo?

Credo proprio che molti di noi abbiano la convinzione – che di nuovo è scaramanzia esattamente come toccare ferro quando si nomina la signora con la falce – che se lo facciamo, la morte si fa più presente. Finchè non lo facciamo la si inganna.
No dai….Parliamone!

Il problema è che non solo non facciamo testamento o cose simili. Il problema vero è che pensandoci eterni o credendo di aver firmato un contratto per cui moriremo lucidi nel nostro letto a 99 anni circondati da tutti i nostri cari (ammettiamolo, è un must!) non diciamo abbastanza spesso cose come Grazie, Ti voglio bene, Perdonami, …. o non ci concediamo il tempo per ciò che a nostro avviso conta davvero.  Perchè intanto lo diremo… avremo un sacco di tempo per dirlo, per farlo, …. Domani, …. Domani….
Carpe diem! Diciamolo oggi, e se ci siamo domani… diciamolo anche domani!

Viviamo, intensamente e accorgendoci di esistere. E se il prezzo da pagare per farlo è sapere e svelare il grande tabù, che un giorno moriremo, bhè. Vi svelo un segreto: lo sanno tutti! Ma non (se) lo dicono.

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